Camminare È leggere: i muri della città

elogio della murofilia

INDICE

 

A Bologna, la città dove vivo e dove mi muovo spesso a piedi — il modo di deambulare che preferisco —, camminare è leggere. Due delle cose che più amo fare, cioè, si possono fare contemporaneamente. Ma leggere cosa? Non è indispensabile portarsi dietro un libro, ci sono le scritte sui muri. La città è un libro.

 

Muri di parole…

Soprattutto in zona universitaria e in centro, i muri dei portici parlano. Nelle parole, sull’intonaco e sui mattoni rossi, c’è amore e ci sono freddure, c’è tenerezza e rabbia, sfoghi a colpi di pennarello e tanta poesia, urla, aforismi, confessioni, domande, messaggi politici… La scrittura murale ha creato un testo continuo che si offre a chi cammina, centinaia di frasi poste ad altezza occhi che si susseguono e si alternano a graffiti e tag.

 

… o parolieri da mettere al muro?

Per qualcuno le scritte sui muri sono una topografia emotiva della città, qualcosa che rende vivo lo spazio pubblico — se è vero che, come vuole l’adagio, “Muri puliti, popoli muti”. Altri sostengono sia solo vandalismo da punire coi lavori forzati (di tinteggiatura), metterebbero al muro i poeti e i filosofi murofili, non i loro giochi di parole o riflessioni che pure talvolta rasentano la genialità. Un dibattito infinito.

 

Il gran libro della città, anche online

C’è chi le fotografa e ne fa un archivio, in quanto parte dell’identità della città da documentare; chi fa le foto e le vende nei mercatini, o ne fa un libro, o anche un calendario. Quello che è certo è che le parole sui muri possono essere una fonte d’ispirazione, o un modo per qualche minuto di letture inconsuete. Questo piccolo testo è un invito a far camminare gli occhi sulle tante foto di scritte sui muri che si trovano facilmente sul web, o fare una bella passeggiata e leggere il gran libro della città direttamente tra le strade. Buona lettura.

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