Identità di marca, un metodo maieutico

INDICE

 

Qui parlo di un libro, ma parto dal mio lavoro. Un consulente SEO, con cui nel tempo ho lavorato varie volte, mi ha chiesto una mano nel lavoro di rebranding parziale che sta facendo sulla propria proposta.

Il fine è adeguare il suo brand all’evoluzione della sua figura professionale, così da conformarlo ai cambiamenti, alle evoluzioni di approccio che necessariamente si sono rese evidenti dopo anni di esperienza che vanno accumulandosi. Un cambiamento naturale, tanto voluto quanto necessario.

 

Nutrire le riflessioni con buone letture

Sfida interessante. Appassionate. Mi metto dunque all’opera. Il punto di partenza sono le lunghe chiacchierate che faccio con lui, in cui mi racconta come è cambiato il suo approccio.

Sono facilitato dal fatto che lo conosco e non è la prima volta che parliamo del nostro rispettivo lavoro. Comunque, accumulo idee, informazioni. Metto in moto la testa, faccio ricerche, nutro i pensieri con letture che possono dare linfa alle riflessioni su aspetti pertinenti… Così che mi è capitato sottomano un libro: L’identità di marca.

 

Un viaggio che ogni azienda deve compiere, prima o poi

Il libro parla di un viaggio che ogni organizzazione – aziendale in primo luogo, ma non solo – deve prima o poi fare, per scoprire i valori che la fondano, riconoscere in sé un’identità, coerente e chiara.

Propone un approccio che mi è sembrato addirittura l’unico percorribile, su questi temi. Anche a mio (modestissimo) parere, in fase di rebranding, il “riconoscimento” dell’identità di marca non è solo una scelta consigliata, ma la sola scelta da fare per permettere a una realtà di riposizionarsi, raccontarsi, aprirsi a nuove possibilità. Crescere. Il tutto in chiave strategica.

 

Un lavoro da umanisti, sugli aspetti umani

Mi è piaciuto soprattutto il fatto che l’autore, Samuel Gentile, metta molto in luce l’esigenza di fare un lavoro sugli aspetti umani e creativi. Cito da pagina 144:

Letterati, poeti e filosofi, artisti e umanisti in genere, sono da sempre le figure destinate alle relazioni, anche commerciali. Sono gli ambasciatori, i comunicatori, i diplomatici.

Punta sul fatto che, in un “Viaggio alla scoperta dei propri valori e della propria identità aziendale”, per citare anche il sottotitolo del libro, non si devono mai trascurare gli aspetti umani, oltre a quelli epici, e, dico primi in ordine di importanza, etici.

La consapevolezza su cui insiste sta nel fatto che le aziende non devono essere considerate solo numeri. Sono innanzitutto organizzazioni fatte di persone che lavorano assieme, ogni giorno, e nell’identità di marca possono ritrovare sé stesse e il proprio lavoro. Il piano produttivo e quello finanziario hanno sacrificato troppo spesso quello umanistico.

 

Un metodo sartoriale, da personalizzare

Samuel Gentile arriva a fornire un metodo sartoriale, che offre tanti ottimi spunti ed è soprattutto da personalizzare. Un approccio maieutico, mi viene di dire — forse suggestionato anche dal fatto che, come svela a pagina 154, Socrate è il suo mentore —, che comunque lascio a chi vorrà leggere il testo il piacere di scoprire. Segnalo solo altri due aspetti.

Primo: molto lucida e chiara la distinzione fatta tra brand e marca: quest’ultima è un territorio, uno spazio-tempo popolato da persone che lavorano assieme e dove si creano relazioni di valore. Quando parliamo di marca è sempre una questione di valori, non di maquillage.

Secondo: nei primi capitoli, l’autore parla del nord-est, dove si muove lavorativamente, di cui dà un gustoso spaccato. È la terra del fare, la Capannonia di Michele Serra, un territorio che ha sue peculiarità, sia umane che paesaggistiche. Buona lettura a chi vorrà approfondire.

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