Scrivere per il web in base a come si legge: 3 consigli utili

Scrivere per il web in base a come si legge: 3 consigli utili

3 aspetti da considerare per pagine e siti web

Chi fa il mio lavoro si chiede come scrivere per il web nel modo migliore. Tra gli aspetti da considerare, uno dei più importanti è capire come si legge sul web, in modo da scrivere per agevolare la lettura dell’utente.

Su come si legga sul web si è studiato e scritto tanto, tantissimo. Giustamente, spesso si pone l’accento sul fatto che la lettura a schermo è fondamentalmente diversa da quella su carta. L’utente del web più che leggere guarda le pagine, le scansiona. Le esplora come fossero una mappa, con l’occhio che rotola alla ricerca di quello che a lui interessa, lo trova e lo legge (quindi sì, sul web si legge, eccome!).

Lungi dal volere essere questa una guida su come si legge (o si naviga) sul web, voglio solo portare l’attenzione su alcuni aspetti. Cioè, su 3 elementi che a mio avviso non devono essere trascurati, sono tra i più importanti da considerare (specialmente per i siti aziendali). Ne faccio seguire 3 consigli utili.

1 — La description, prima di e per arrivare sul sito

Partiamo dall’inizio. Prima ancora di arrivare su una pagina web, forse l’utente ha chiesto qualcosa a un motore di ricerca. Quindi ha scelto su quale dei risultati proposti cliccare.

Probabilmente ha scelto leggendo il title della pagina — che è FONDAMENTALE, anche se qui non ne parlerò — ed anche la description. Quest’ultima è una porzione di testo che compare sotto il title e che dovrebbe dire cosa si troverà sulla pagina. Contribuisce molto nel far decidere all’utente se cliccare e arrivare sulla pagina.

La description deve essere molto ben curata, deve contenere le parole chiave, il topic e deve essere scritta in modo chiaro, utile e anche persuasivo. Deve invogliare l’utente (che per un’azienda o un professionista può essere un potenziale cliente) a fare click e arrivare sulla nostra pagina.

È bene specificare che Google, per citare il più importante dei motori di ricerca, potrebbe non far vedere la nostra description, ma estrapolare un’altra porzione di testo dalla pagina (lo fa molto spesso). Nonostante questo, il discorso fatto prima resta valido.

2 — L’incipit, prime parole, prima frase e primo capoverso

Approdato sulla pagina, oltre al titolo, per l’utente/lettore è fondamentale tutto l’inizio di una pagina. L’incipit è la parte più importante del testo di una pagina web, che sia una landing page, un articolo o altro contenuto online.

Sto proprio parlando delle prime parole, della prima frase e del primo capoverso. Devono essere scritti con impegno perché è in base a questi che il nostro utente, in pochissimi secondi, deciderà se continuare a leggere o abbandonarci e andare altrove.

Soprattutto, queste prime parole devono riprendere il title e la description, che hanno motivato la visita dell’utente. Ahinoi, l’attenzione sul web è sempre labile e volatile, gli stimoli sempre troppi, basta un click e si vola via; quindi, quando si scrive bisogna sempre tenere in mente l’utente e i motivi della sua visita.

3 — La lettura sul web non è sequenziale: repetita iuvant

È raro che il testo di una pagina web sia letto per intero, da cima a fondo, come si farebbe con la pagina di un libro. Ancora più raro, ma diciamo anche impossibile, è che un utente legga un sito per intero, anche prendendo il più semplice sito vetrina di un’azienda (cioè un sito con solo 4 pagine: Home page, Chi siamo, Servizi e Contatti).

La lettura sul web non è né sequenziale né lineare. Non si legge come si fa su carta, quindi riga per riga e pagina per pagina. Il navigatore che arriva su un sito va direttamente alle pagine che gli interessano, dove magari si parla di uno specifico servizio che forse vuole richiedere. E in una pagina va direttamente alla parte, alla porzione di contenuto che gli è utile leggere.

Ne consegue che alcuni aspetti della proposta di un’azienda — ad esempio quelli distintivi che la caratterizzano rispetto alla concorrenza e che magari possono convincere un utente a sceglierla — possono essere ripetuti in più punti del sito.

Quindi, in questo caso più che mai, repetita iuvant. Certo, bisogna riprendere e ripetere un concetto nel modo più opportuno, contestualizzandolo in funzione alla parte del sito in cui è collocato, cambiando le parole che lo descrivono, e così via. Ma si può e si deve ripetere, perché conviene a noi e anche all’utente, che così comprende meglio quanto gli viene proposto.

Scriviamo pensando all’utente e ai motivi della visita

Confesso di aver scritto questo appunto proprio per ribadire il punto precedente, perché volevo ricordare che la lettura sul web non è sequenziale ma fatta saltando tra le frasi e le pagine alla ricerca di quello che interessa.

Mi capita infatti spesso di dover ribadire questo aspetto a chi mi commissiona i testi dei siti web. Nulla di male, l’esperto sarei io quindi spetta a me motivare  le scelte fatte in un lavoro. Lo faccio sempre volentieri, come volentieri ho condiviso questo appunto.

A proposito di ripetizioni: quando scriviamo, ricordiamo che lo stiamo facendo per chi legge e teniamo bene in mente quello che ha motivato la visita dell’utente. Questa è veramente la cosa più importante di tutte.

In un altro dei miei appunti ho dato 5 consigli per rendere i testi più leggibili quando la lettura viene fatta da uno schermo, qui.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Nome